6000 litri di gasolio nel torrente S. Francesco

6000 litri di gasolio nel torrente S. Francesco



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L’associazione di Protezione della Vita Ayusya è stata fondata a Genova nel 1997.
Con decreto Diret. N. 372 del 21 settembre 1998 è stata riconosciuta, ai sensi della L. reg. n. 15 del 28 maggio 1992, associazione di volontariato e, da allora, opera in qualità di Onlus.
Sin dalla fondazione Ayusya è attiva, prevalentemente nel Tigullio, con gruppi di lavoro a tema composti, molto spesso, da volontari indipendenti.
Ayusya sovente collabora con ASL4, Comuni, ecc. oltre che con altre associazioni presenti sul territorio (Lega Amici degli Animali Onlus, Lega Amici del Cane Tigullio, WWF Levante, Italia Nostra Tigullio, Lega Ambiente Circoli di Rapallo e di Sestri Levante) ed incontra ampi consensi tra la cittadinanza oltre all’attenzione di alcuni media locali.

La sera del 6 ottobre 2004, al cellulare di reperibilità, sono giunte svariate chiamate da parte di cittadini sensibili alle problematiche animali che segnalavano una situazione di grave incuria, da parte dei presunti enti preposti, nei confronti dei palmipedi del tratto terminale del torrente S. Francesco di Rapallo.
Si evita di entrare nello specifico delle segnalazioni per decenza e rispetto nei confronti di alcune persone che avrebbero operato il giorno stesso in alveo.
L’associazione, interpellata dal Secolo XIX, ha deciso di esprimere la propria disponibilità al fine di garantire soccorso a sì tanti animali in difficoltà in applicazione del 4° comma dell’art. 118 della Costituzione. E così è stato: il giorno 7 ottobre, a seguito di una telefonata informativa all’Ufficio Tutela Animali del Comune di Rapallo e dopo aver conferito con un agente di Polizia Municipale, alcuni volontari sono scesi in alveo.
La situazione si è dimostrata subito drammatica: una stima di massima era che circa 140 anatre (composte di “germanacci”, anatre tipo Pechino e anatre mute) erano ancora nella zona, inquinata dalla fuoriuscita di 6.000 litri di gasolio, di cui almeno la metà vistosamente colpita dalla sostanza. Era presente anche un cadavere che è stato prontamente rimosso per non destare ulteriore sconcerto nella cittadinanza già sufficientemente provata.
Sotto gli occhi vigili di decine di cittadini preoccupati per la sorte degli animali, i volontari hanno lavorato duramente per ore catturando gli animali più colpiti. 49 anatre sono state prontamente trasferite presso l’ambulatorio veterinario Levante (sito in Chiavari, via Salietti), visitate e sottoposte a primo trattamento. Nove di esse, a causa della forte intossicazione, sono decedute durante il trasporto. Gli animali sono stati trasferiti a San Colombano per i bagni terapeutici prescritti dal medico veterinario (Dott. Gualtiero Tanturli, Direttore Sanitario dell’ambulatorio sopra citato) e trattati singolarmente.
Durante la notte due animali sono deceduti.
Il giorno successivo i volontari sono tornati sul S. Francesco per verificare la situazione.
Nella notte erano stati posti gli “sbarramenti” assorbenti per il gasolio dalla ditta incaricata. Questi sbarramenti, fondamentali per il contenimento della sostanza inquinante, hanno peggiorato di fatto la situazione dei palmipedi: quelli che il giorno precedente avevano un piumaggio intatto il giorno di venerdì erano palesemente unti. Gli sbarramenti avevano creato, in prossimità di un laghetto, una sorta di concentrato di gasolio in cui i palmipedi hanno nuotato ed in cui hanno bevuto.
I volontari, un po’ contrariati dal fatto che un’azione congiunta interassociativa tempestiva avrebbe potuto neutralizzare l’avvelenamento degli animali in tempi reali, hanno ricominciato ad operare per la loro tutela.
32 anatre palesemente interessate dalla sostanza inquinante sono state catturate, trattate sul posto prima ancora della loro chiusura in trasportini (unici veri contenitori per il trasporto animali che abbiano subito un’intossicazione da gasolio per la possibilità di areazione degli stessi attraverso profonde aperture che in altri casi potrebbero risultare negative per il piumaggio), trasferite a San Colombano ove il Dott. Tanturli ha raggiunto il gruppo per la visita e la terapia dei singoli casi. Gli animali sono stati prontamente sottoposti a bagni singoli terapeutici.
Nella notte un’anatra è deceduta.
Nella giornata di sabato i volontari stupiti dell’atteggiamento d’interpretazione quasi diffamatoria del Dott. Verner, almeno per quanto pubblicato sul quotidiano Il Secolo XIX, nei confronti di volontari che operano gratuitamente, senza alcun rimborso spese, in nome e per conto dell’amore ed il rispetto per gli animali, senza nessuno accusare di inadempienza nonostante la situazione dei palmipedi stesse “precipitando” e nonostante il fatto che qualcuno sarebbe pagato per fare ciò che essi hanno fatto gratuitamente e spontaneamente, si sono recati sul torrente S. Francesco per una verifica.
Hanno trovato ancora un cadavere che hanno ritirato e hanno deciso, in base al fatto che la situazione del gasolio era praticamente sotto controllo e le anatre lasciate il giorno precedente erano ancora con un buon piumaggio, di andarsene e dedicare tutto il tempo a quelle ancora ricoverate.
Nella notte tra sabato 9 e domenica 10 ottobre 4 anatre catturate il venerdì sono decedute.
Lunedì mattina sono stati contattati dall’associazione gli uffici dell’area 11 della Provincia per comunicare che, a seguito delle tediose polemiche che si sono succedute in merito all’operato di Ayusya e dei volontari che l’hanno voluta sostenere, l’Onlus ha deciso di consegnare gli animali alla Provincia così che ne avesse cura secondo quella che alcuni interpretavano come norma di legge. Un silenzio anomalo ha stupito l’operatore che si è sincerato che la linea fosse ancora collegata. La persona che ha risposto, una signora, non ha garantito che gli “operai” potessero intervenire.
Una telefonata al cellulare di reperibilità realizzata da un uomo che si è presentato come Dott. Borelli ha comunicato che in mattinata “gli operai” sarebbero intervenuti per le catture ed il trasporto nel centro attrezzato grazie all’utilizzo di contenitori idonei al trasporto animale.
Gli operai sono giunti nel luogo fissato (terreno cura di Sivori) tra le ore 11,30 e le ore 12, ora in cui, ufficialmente Ayusya ha consegnato alla Provincia gli animali superstiti. Secondo quanto dichiarato dalla persona incaricata della consegna fisica (Pessagna), gli operai non avrebbero avuto con sé che poche scatole di cartone in numero decisamente insufficiente, avrebbero dovuto trasferire gli animali a Genova, lasciarli inscatolati sino a quando un mezzo li avesse trasferiti a Livorno (nds: complimenti per il rispetto dell’equilibrio psico – fisico degli animali! Il Dott. Verner parla così volentieri di ricoveri presso gli studi veterinari LIPU di Genova! …. Come mai stavolta non è stato possibile, forse la zona preposta alla stabulazione prevista dalla legge era già completa?).
Lo stesso Pessagna si è proposto per tenere presso quel sito gli animali al fine di evitargli ulteriori stress. Secondo il Pessagna gli operai avrebbero acconsentito.
A quel punto però Ayusya non è più parte in causa diretta.

Nella giornata di lunedì è stata informata la ASL4 della presenza delle spoglie dei 18 animali da incenerire ai sensi della vigente normativa. Previo accordi con il Servizio Veterinario (Dott. Celestino Abate) i palmipedi morti, tutti “germanacci”, sono stati ritirati dalla ditta Eco Eridania DDT N° SPC 293 del giorno 11 ottobre 2004.

L’associazione è convinta che se l’emergenza, perché di questo si è trattato, fosse stata gestita razionalmente con la richiesta di sostegno ad associazioni ambientaliste, zoofile, animaliste o altro ed a cittadini sensibili (come si fa per le emergenze incendi, valanghe, alluvioni, smottamenti, inquinamenti marini da greggio o altro, ecc.) tutti i palmipedi presenti avrebbero potuto essere ritirati tempestivamente nell’arco massimo di 24 ore e messi in sicurezza anche in recinti di emergenza sino ad emergenza rientrata: forse le perdite di palmipedi (che l’associazione è convinta che siano molto elevate – mancano i dati del primo giorno e quelli dei giorni successivi a sabato) e la loro intossicazione avrebbero potuto quasi azzerarsi.

Nel giorno di venerdì è sceso in alveo per aiutare gli animali un giovane che ha dichiarato di essere toscano, di Grosseto. Ha domandato come mai non avessimo a disposizione per l’opera di volontariato i mezzi che la Provincia ha comprato per questo tipo di attività socialmente utile. Cosa rispondergli? ….

L’associazione Ayusya ritiene che, in casi come quello avvenuto nel torrente S. Francesco, lo “zelo” di alcuni burocrati abbia negativamente influito sull’esito dell’opera di salvataggio che l’Ente avrebbe dovuto garantire.
Di fatto circa 140 anatre sarebbero rimaste a sguazzare nel gasolio sino a quando questo non si fosse dissolto - perché “..ci sono procedure di legge che vanno rispettate …” oppure ancora “…perché chi tiene con sé volatili senza avvertire la Provincia incorre in specifici reati..” oppure ancora “ ..occorre intervenire sotto la guida di persona esperte …” (a quanto pare per “alcuni” nessun veterinario è esperto in materia di volatili a parte forse un pugno di “fedelissimi”) - se alcuni uomini e donne di buona volontà, in applicazione del 4° comma dell’art. 118 della Costituzione, non fossero scesi in alveo a prestare la propria opera di volontariato.
L’associazione ci tiene a ricordare che il 7 ottobre 2001 il popolo italiano ha confermato con un referendum la sua volontà di cambiare la Costituzione rendendola più vicina alle esigenze del territorio e più attenta alla crescita della soggettività dei cittadini. -

E’ in questo contesto che l’associazione ritiene utile domandare un incontro atto a definire in modo esaustivo gli intenti dell’iniziativa assunta da Ayusya per il torrente S. Francesco di Rapallo. Ovviamente si ritiene utile ricordare che l’attività associativa, quindi gli animali soccorsi (quantità e specie) durante gli anni precedenti al 2003 e gli interventi effettuati sul territorio, sono stati sintetizzati nel resoconto annuale che è stato sistematicamente consegnato per conoscenza anche all’ufficio protocollo della Provincia di Genova oltre che in Regione ed alla Digos.
Si ritiene inoltre utile ricordare che nella primavera del 2004 un grave inquinamento delle acque aveva portato alla morte di circa 200 palmipedi nel torrente Rupinaro (Chiavari). Che già allora la stampa aveva ampiamente discusso del fatto e che l’intervento di Ayusya aveva permesso anche di censire gli scarichi abusivi “a vista”, che le spoglie animali erano state inviate oltre all’Istituto di Zooprofilassi per le verifiche di legge (zooprofilattiche e tossicologiche) ed all’Eco Eridania per lo smaltimento, anche presso un laboratorio specializzato di Philadelphia (a spese associative) per analisi più approfondite. Il caso era finito su “Linea Verde” e il NOE ha iniziato un’indagine informale.

Tutto questo lavoro ovviamente ha dei costi, dei significativi costi: spese veterinarie, specie farmacologiche, spese di laboratorio, spese di carburante per i trasporti, spese di disinfettanti e detergenti per i luoghi di detenzione, spese di mangimistica, ecc.
Ayusya non ha mai domandato nulla ai contribuenti, tutto il lavoro lo realizza per il solo fine prepostosi: proteggere la vita. Forse per poter fare questo è necessario essere riconosciuti e quindi pagati?


San Colombano Certenoli, 14 ottobre 2004



IL MINISTERO DELL'AMBIENTE RINGRAZIANDOCI PER L'OPERATO CI INVIA IL SUO PARERE: VAI A LEGGERLO!


Autore delle foto: F. Piumetti; Elaborazione delle foto: Rebecchi)

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