Colombi: problemi e soluzioni

 

Siamo ad esternare un problema ricorrente che si ripresenta (prevalentemente) con la primavera e la conseguente riapertura delle seconde case.

 

Premessa:

 

 - la legge 157/92, all’art. 3 riconosce la distruzione di nidi quale azione illegittima

 

 - la comunità europea (https://www.andreazanoni.it/news/comunicato/stop-alle-stragi-di-piccioni-per-leuropa-sono-fauna-selvatica-protetta/) così come la Cassazione ( Distinzione giuridica tra fauna selvatica e fauna domestica - Fauna selvatica - Nozione - Nocività dell'animale - Irrilevanza - Art. 2 L. n.157/1992 - Fauna domestica - Nozione - Fattispecie. Per la definizione della fauna selvatica non è rilevante la nocività dell'animale. È noto anzi che alcune specie protette della fauna selvatica sono nocive: si pensi al cinghiale, che reca gravi danni alle colture. L'unico elemento giuridicamente rilevante è dato dallo stato di libertà naturale, atteso che secondo l'art. 2 della legge 11.2.1992 n. 157 fanno parte della fauna selvatica, oggetto di tutela della legge, "le specie di mammiferi e uccelli dei quali esistono popolazioni viventi stabilmente o temporaneamente in stato di porrlibertà naturale nel territorio nazionale". Sotto il profilo giuridico lo stato di libertà naturale coincide con una condizione di vita indipendente dall'uomo per quanto attiene alla riproduzione, alla alimentazione e al ricovero. La fauna diventa domestica solo quando la sua condizione di vita è interamente governata dall'uomo in ordine ai profili riproduttivi, alimentari e abitativi. Sotto questo aspetto non può dirsi che il piccione torraiolo appartenga a una specie animale domestica, giacché - pur vivendo prevalentemente in città - si riproduce, si alimenta e si ricovera in modo autonomo, indipendente dall'intervento umano (neppure per i piccioni di Piazza S. Marco a Venezia l'alimentazione è totalmente dipendente dal mangime offerto dai turisti, e comunque questa tradizionale abitudine non li consegna al completo controllo dell'uomo). Ne deriva che la distinzione giuridica tra fauna selvatica e fauna domestica non coincide con la classificazione in uso nella scienza zoologica, che tendenzialmente assegna alla fauna selvatica solo la specie Columbia livia. Al contrario, secondo la nozione positiva adottata dal legislatore, anche il colombo o piccione torraiolo va incluso tra gli animali selvatici, in quanto "vive in stato di libertà naturale nel territorio nazionale", mentre appartengono alle specie domestiche o addomesticate il piccione viaggiatore e quello allevato per motivi alimentari o sportivi. (Conforme Cass. Sezioni Unite sentenza n. 25 del 28.12.1994, Bettolini, rv. 199390). Pres: De Maio G. Est: Onorato P. Imputato: Pizzi. P.M. Passacantando G. (Conf.) CORTE DI CASSAZIONE Sez.III Penale, del 26 gennaio 2004 (Ud. 25/11/2003), Sentenza n. 2598) chiariscono in modo esaustivo l’appartenenza dei colombi da un punto di vista di identità giuridica: animali selvatici!

  

I colombi, spesso denominati piccioni, sono animali con una storia gloriosa (fungevano – loro malgrado – da portaordini nelle battaglie dei secoli scorsi) ai quali molti nostri antenati devono la vita.

 

Questa posizione, troppo spesso dimenticata o sottostimata da individui che ignorano la storia (quella vera), li dovrebbe porre in uno status privilegiato, ma non è così.

 I piccioni sono sporchi!”: è un’affermazione che denota una assoluta mancanza di consapevolezza. Gli uccelli in generale sono animali molto puliti che, anche con temperature molto basse, sono soliti fare ripetuti e meticolosi bagni nelle pozze che rinvengono sul loro percorso.

 I piccioni sporcano!”: un’altra affermazione che si ascolta frequentemente. E’ vero, I colombi, così come gli altri uccelli, espletano le funzioni corporali con periodicità ravvicinata. Beh, “l’acqua ed il sapone sono stati inventati” anche per sopperire ad inconvenienti di questo tipo e non solo per lavare la camicia 7 volte al giorno per “essere sempre in ordine”.

 I piccioni portano malattie” Ahhhhh, questo è un luogo comune. Eppure, a parte le soggettive affermazioni di alcuni superigienisti (ad avviso della scrivente terroristi sanitari), è ormai noto che, così come per qualsiasi altro essere vivente, un patogeno viene trasmesso nella misura in cui è presente, non a prescindere da questo.

 

La dott.ssa Fosca De Vita ha descritto in modo sintetico ed inequivocabile le presunte zoonosi: un trattato porta proprio il titolo “Colombi di città: quali malattie (disponibile a chi ne faccia richiesta).


Ma veniamo a noi: si aprono le seconde case e si scoprono i nidi ad uno stadio più o meno avanzato: colombo in cova sulle uova (di solito 2), pulcini neonati, pulli sotto il mese di età non ancora pronti per il volo (immaturi).

 Alcuni regolamenti comunali domandano ai cittadini di evitare di far poggiare o nidificare i colombi sugli spazi esterni, è vero! Però si tenga presente che la violazione di un regolamento/ordinanza comunale può comportare una sanzione pecuniaria, le violazioni di una legge che, in caduta picchia sul Codice Penale (artt 544 ter e bis), può comportare una denuncia penale con relativo esborso ben più corposo.

Esistono forme dissuasive incruente che inibiscono i colombi alla posa o alla nidificazione: piccole o grandi soluzioni per evitare un disturbo successivo.

Dissuasori in policarbonato, reti di chiusura anfratti, chiusura di parti seminascote di mobiletti, ecc. possono risolvere efficacemente la presenza di ospiti indesiderabili.

Allorquando si scopra la presenza di un nido, a prescindere dalla specie di appartenenza dell’uccello, è buona norma non avvicinarsi e non porvi mano. Per evitare un contatto visivo (che può risultare sgradito ad entrambi), si potrà frappore tra il nido e lo spazio restante una sorta di “separé” (prestando attenzione che questo sia posizionato in modo da permettere ai genitori di avere accesso garantito al nido e che il separé sia ben stabile anche in caso di vento forte - ad esempio ponendo alla base dello stesso due pietre). Dalla deposizione delle uova alla loro schiusa trascorrono circa 19/20 giorni, dalla schiusa all’involo circa 30 giorni. Sarà possibile pulire gli spazi rispettando le esigenze della famiglia di pennuti; l’igienizzazione dell’area nido potrà essere effettuata al momento dell’involo. Una attenzione si impone alla qualità dei dissuasori: a noi risulta che gli spunzoni metallici non posseggano garanzie sulla sicurezza di eventuali capi giovani, anziani, malati, ecc. che si “scontrino” con questi. I dissuasori in policarbonato sono, allo stato attuale incruenti in concreto, rispettosi e quasi invisibili; questi come gli altri andranno ovviamente messi a dimora nel modo corretto da veri addetti ai lavori. 

 

https://www.agireora.org/progetti/colombi-piccioni-respingitori-metallici.html 

 

In ultimo ci permettiamo di ricordare una possiblità che la ricerca di alcuni ha consentito: la sterilizzazione chimica dei colombi.Attraverso l’Università di Genova, dipteris, alcuni anni or sono, alcuni volontari hanno “granato” nei comuni di Santa Margherita Ligure e Zoagli con ottimi risultati

 

- http://www.ayusya.org/progetti -,

 

si potrebbe ricominciare ampliando le zone!

 

 Grazie!

 Eugenia Silvia Rebecchi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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