Tartaruga Tibe

 
Questo esemplare molto provato dagli eventi è stato trovato in difficoltà nei pressi del Luna park (Chiavari) sabato 28 dicembre. Una zampa rotta, varie contusioni, il carapace compromesso dalla furia del fiume. Sì perché solo due giorni prima l'Entella era molto impetuoso. L'ipotesi, ovviamente non provabile, è che un cittadino abbia abbandonato  il rettile raccontandosi una romantica liberazione, senza considerare (o semplicemnte infischiandosene), che queste tartarughe sono palustri, non adatte quindi alle acque "vivaci" dei nostri torrenti: gli animali non sono in grado di contrastare l'acqua troppo corrente ed ancor meno la piena. Vengono sballottate tra pietre, tronchi e detriti vari e, sempre che riescano a sopravvivere a questa dura prova, finiscono in mare ove termineranno per sempre la loro esistenza, in quanto l'acqua salata non è compatibile con la loro vita.
Tibe, questo il nome che abbiamo imposto all'esemplare, era riuscita a risalire in zona asciutta: dove però non possono restare senza bagnarsi più di due ore.
Tibe è ancora in prognosi riservata.
Un appello a tutti i cittadini: NON comprate tartarughe d'acqua dolce a meno che non siate ben consapevoli dell'esigenza dell'animale acquistato attraverso una seria ricerca sull'etologia di ogni varietà e, comunque a meno che non desideriate avere come "motivo d'arredo" un acqua terrario in continua espansione che ospiterà dei deliziosi rettili con una decisa "fragranza" di muschio per almeno qualche decina di anni o a meno che non possediate un laghetto profondo almeno 70 cm con zona asciutta perfettamente recintata.
Una tartaruga, Tibe ad esempio, come un animale di qualsiasi specie, NON è un giocattolo ma un essere vivente dotato di capacità uniche ed irripetibili: è sufficiente saper cogliere il concetto. 
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